La testimonianza di Cristina

E’ arrivato il momento di correre ai ripari! Questo mi sono detta una mattina di maggio, dopo aver avuto un colpo di sonno sul raccordo mentre andavo al lavoro.

Lavinia 13 mesi, bambina meravigliosa e amante del contatto tanto da addormentarsi solo in braccio, mentre veniva cullata e portata a spasso per tempi infiniti in giro per casa. Ci volevano dai 20 ai 40 minuti di camminata per addormentarla e se eri fortunato riuscivi a metterla giù nel suo lettino senza che si svegliasse, se andava male dovevi ricominciare da capo. Ogni notte aveva in media dagli 8 ai 12 risvegli che dovevano essere gestiti allo stesso modo, se stava male o c’era qualcosa che non andava passavamo tutta la notte a camminare. Verso i 10 mesi aveva cominciato anche a piangere tutte le volte che si svegliava, continuando imperterrita fino a che non si riaddormentava. Molto probabilmente crescendo non riusciva a trovare la giusta posizione per accoccolarsi in braccio a noi e si irritava moltissimo.

Questo è il motivo per cui quella mattina stavo per schiantarmi sul guard rail del grande raccordo anulare.

Non vi nego che le avevamo provate tutte, dal metterla giù in maniera graduale come ci aveva suggerito una psicologa esperta del sonno dei bambini; al cullarla e accarezzarla direttamente nel letto; a dormire tutti e tre nel lettone o attaccata a noi ecc. Niente, non funzionava niente.

Io poi, da Counselor e studentessa di psicologia, mi sono sempre rifiutata di mettere in atto le tecniche di Estivill dell’estinzione graduale del pianto, perché le ritengo crudeli. Quindi sembravamo senza speranza, condannati a non dormire fino a che Lavinia, fosse diventata maggiorenne e se ne sarebbe andata di casa!

Un giorno però, ascolto per caso alla radio, di una professionista del sonno dei bimbi: la fata della nanna. Ne parlo a mio marito e decidiamo di contattarla, giusto per capire di cosa si trattasse.

E così conosciamo Rondine, la Fata della Nanna.

Ci facciamo una chiacchierata al telefono dove le spieghiamo la nostra situazione e cosa avremmo voluto ottenere dal suo intervento. Lei ci spiega in cosa consiste il suo lavoro e ci dice che abbiamo due possibilità: una è la consulenza a domicilio, l’altra è la consulenza via Skype. La scelta della consulenza sarebbe dipesa dalla sua valutazione iniziale, perché ci sono famiglie che hanno bisogno della presenza fisica continua e costante, e famiglie che se la riescono a cavare anche da sole con la consulenza on line, chiaramente con assistenza h24.

Rondine dopo una videochiamata via Skype decide che possiamo fare la consulenza online, spiegandoci che ci aveva sentiti motivati e pronti per il cambiamento, e ci istruisce per benino sul da farsi. Ci rassicura dicendoci che lei sarà disponibile 24 ore su 24 per ogni nostra richiesta di aiuto e che se avessimo seguito le sue istruzioni, saremmo riusciti nel nostro intento in poco più di tre giorni.

Ci sembrava impossibile, ma eravamo fiduciosi e anche stremati dal non dormire.

Il 29 aprile 2017, approfittando del ponte del 1 maggio decidiamo di partire con il nuovo programma, dal pisolino del pomeriggio. Eravamo felici, motivati e nei giorni precedenti, avevamo preparato anche Lavinia al cambiamento, dicendole che avremmo imparato a dormire come i grandi, e che era un momento importante per tutti noi.

Mio marito Fabio ed io ci siamo impegnati tanto in quei giorni, seguendo alla lettera le poche regole che avevamo ricevuto. Rondine non ci ha mai abbandonato rispondendo sempre prontamente ai nostri messaggi e ai nostri dubbi. Ma la vera star del cambiamento è stata Lavinia, nostra figlia.

Già il primo giorno avevamo raccolto dei risultati straordinari, 10 minuti per addormentarsi da sola nel lettino, nessun risveglio durante la notte. Ripeto: nessun risveglio di Lavinia. Eravamo noi a svegliarci mille volte per controllare se fosse vero.

La notte tra il 1 e il 2 maggio, dopo solo 3 giorni, come aveva detto Rondine, Lavinia si addormentava da sola e dormiva tutta la notte filata.

Oggi ha 22 mesi, si addormenta da sola e tira serenamente tutta la notte. Ha imparato nel tempo a gestire i suoi risvegli riaddormentandosi senza il nostro intervento. Chiaramente ci sono volte in cui ha bisogno di qualche coccola in più e noi siamo ben felici di fargliele, ma la maggior parte delle volte basta un goccio d’acqua se ha sete o una carezza e torna a dormire beata. Tutto questo senza mai abbandonarla da sola in camera, standole sempre vicino, consolandola se ne aveva bisogno e facendole sentire che poteva farcela da sola e che poteva sempre contare su di noi. Nessuna crudeltà. Tutto fatto secondo i suoi bisogni e assecondando i suoi tempi. Vista la mia preparazione, non avrei mai potuto permettere un intervento diverso da questo.

Ci sono stati dei periodi in cui abbiamo avuto delle regressioni a causa di febbre, denti o periodi particolari, ma ormai sapevamo come intervenire e ci rimettevamo sulla buona strada.

Si perché la cosa bella del percorso con Rondine, è che capisci che le abitudini non funzionali gliele dai tu genitore a tuo figlio/a, che è il tuo comportamento che crea un’abitudine sbagliata. I bimbi quando nascono non sono già “imparati”, fanno quello che tu gli insegni o che gli proponi come esempio. Loro sono come spugne, pronti a impregnarsi in pochissimo tempo. Più sono piccoli e meno tempo ci mettono a modificare le loro abitudini, ma anche da grandi con un pochino più di impegno e pazienza, da parte del genitore si intende, ti stupiscono per come cambiano nel giro di soli tre giorni.

Oggi abbiamo il nostro rituale della ninna che è un piacere realizzare tutte le sere. Noi siamo più sereni e lei riceve tutte le coccole che vuole e la mattina si sveglia riposata e piena di energia. Dovremmo solo limare qualche piccolo particolare, come quello di salutarla e poi uscire dalla stanza. Ancora non lo facciamo del tutto, ci piace farle quella carezza in più, ascoltarla mentre il suo respiro diventa pesante, e penso che se ancora non lo facciamo è più per un bisogno nostro che il suo. Forse però dovremmo sbrigarci che a breve arriva il secondo figlio, ma per fortuna sappiamo già cosa fare.

Grazie Rondine.